Shuffle#28: The Smile - Teleharmonic
L'eredità dei Radiohead, forse, è qui: il progetto di Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner trova la sua formula alla seconda prova: non è più un gioco tra amici e ora si sente.
Introduzione
Ci siamo scordati, la settimana scorsa, di celebrare le mille letture di questa newsletter, che si muove in una piccola nicchia di persone che hanno piacere di scoprire. Non fa niente, perché i traguardi sono piccole tappe di passaggio ma quello che ci interessa è il risultato e mantenere un discorso generale che possa accendere qualche orecchia non tanto sul cosa consiglia questa newsletter, ma sul fatto che il mondo attorno non è il nostro piccolo orticello, particolarmente importante in una settimana in cui l’Italia si chiude a riccio per qualche giorno, musicalmente parlando. Ci piace per questo riprendere un filo aperto il 31 agosto dello scorso anno (leggi qui la Shuffle#5) in cui avevamo ipotizzato un brillante futuro per le The Last Dinner Party. Ecco, ora ne parlano già più persone e non solo nelle nicchie degli appassionati di musica dopo la pubblicazione del primo, ci sembra più che buon, disco. Se il 25 febbraio siete di zona a Milano, andate a vedervele, la prima volta dal vivo è sempre un momento importante. Ci avevamo preso e da altre parti si va dritti in tv, nella tv pubblica.
La Shuffle della settimana
Succede che le relazioni siano già finite prima che uno dei due se ne renda conto: d’improvviso quello che era un presente diventa un passato ed è più questione di dirlo ad alta voce che altro. Difficile capire se la storia dei Radiohead sia conclusa (probabilmente la band più importante tra gli anni novanta e i dieci, per l’insieme di percorso musicale, apprezzamento di critica e apprezzamento del pubblico), fatto sta che l’ultimo disco al momento è datato 2016 e tutti o quasi i componenti si sono gettati definitivamente in collaborazioni, album solisti e colonne sonore.
Attivissimo in particolare la voce della band, Thom Yorke, che sembra, oggi, insieme al fido Jonny Greenwood avere ricreato, per la prima volta qualcosa che non è un esperimento, ma un progetto continuativo, ovvero gli Smile, che ai due “Radiohead” aggiunge la batteria jazz di Tom Skinner, uno che tra le tante cose è quello che detta il ritmo nei Sons Of Kemet, uno dei tanti progetti di musica jazz moderna che hanno ridato vita contemporanea, ad un nuovo pubblico, al genere.
Il primo disco dei tre era dichiaratamente qualcosa di diverso in epoca pandemia: il puro piacere di lavorare assieme senza strutture aveva reso possibile “A Light For Attracting Attration” disco si, interessante, che aveva ottenuto un buon riscontro ma che ad uno sguardo lucido era quello che dichiarava: un buon esperimento senza particolari pensieri, un insieme di canzoni.
L’uscita, a soli due anni di distanza di “Wall of Eyes” scombina un pò i piani e ci fa cambiare giudizio: decisamente più coeso, nettamente più chiara l’idea, avvolgente nel suo muoversi in mille direzioni capaci di guardare indietro e avanti contemporamente, l’album è stavolta vicino a molte cose dei Radiohead stessi, ma in termini di qualità, non di suono, che è ora un viaggio sonoro stimolante e profondo dentro suoni, ritmiche e orchestrazioni.
Diversi i brani a spiccare, vince la segnalazione e diventa la Shuffle della settimana “Teleharmonic” , seconda traccia e brillantissima esplorazione in crescendo di queste suggestioni. La voce leggera di Thom Yorke, lo straordinario lavoro sonoro (e mai scontato) di Greenwood e la batteria solo apparentemente semplice (non lo è) di Skinner ci regalano cinque minuti bellissimi dove si viaggia felici in un altro luogo fatto di musica bella, complessa eppure semplice, che arriva dritta al cuore.
A questo punto, forse, gli Smile, non sono più un gioco divertente, ma un capitolo importante e inaspettato di una carriera che pensavamo avesse detto quasi tutto (ed era già tanto).
Se ti è piaciuta Teleharmonic, come sempre, il consiglio è di ascoltare l’intero disco su Spotify e in caso, qui puoi trovare il vinile se sei una di quelle ormai rare persone che acquistano i dischi.
Qualcosa di interessante: questa è la playlist di questa newsletter, sempre aggiornata ogni giovedì con tutte le canzoni che abbiamo segnalato.
E infine, come sempre, se vuoi scrivermi per consigli, commenti o segnalazioni, puoi commentare la newsletter o mandare una mail a shufflenewsletter@gmail.com.