Shuffle#47: Odetta Hartman - Rise Above
Un numero strano (siamo all'estero) e allora ripeschiamo da una strana notte onirica una sconosciuta americana,tutta da scoprire.
Introduzione
È iniziata da un pò la stagione della musica dal vivo ed è estremamente interessante vedere quante strade parallele può percorrere lo stesso fatto. Ovvero: un concerto, quanto può essere diverso? Se infatti un film al cinema ha una durata e un prezzo all’incirca standard, se infatti un libro ha una confezione chiara e una struttura definita, quando parliamo di portare dal vivo un disco le cose cambiano con una certa dedizione.
Grandi eventi in grandi arene o piccoli eventi gratuiti, concerti singoli o festival dove la performance singola diventa meno importante del generale, poche decine di persone rispetto a decine di migliaia.
E soprattutto, gli artisti: ci sono capitati, forse è un caso, diversi artisti che sul palco non hanno quasi parlato. Ma non in senso negativo: hanno lasciato che l’esibizione fosse totalmente il centro della loro proposta, senza dichiarazioni, senza i classici “come stateeee” “are you having fuuun?” (vi state divertendo?) a cui normalmente il pubblico risponde solamente con qualche acclamazione e poi si riparte.
E poi ci è capitato un concerto, quello dei The Murder Capital, dove il cantante, James Mcgovern, dopo una tesissima esibizione totalizzante di musica e presenza scenica, senza nessun confronto con il pubblico se non un ciao alla quarta canzone, ha tirato fuori la bandiera della Palestina sul palco, chiudendo il concerto e passando ogni punto del palco, accettando le foto del pubblico, volendo le foto del pubblico.
E questo ci ha fatto pensare: dove molti cercano palchi rotanti, megavisual di luci, imponenti riti collettivi e generazionali, questo gruppo ha fatto quello che una volta facevano tanti: ha dato alla musica una connotazione politica. Un detonatore di idee, hanno chiesto attenzione su un tema di guerra, non su sé stessi.
Ci è sembrato, oggi nel 2024, un gesto grande.
La Shuffle della settimana
Non è invece passata in Italia, ed è un peccato, nemmeno questa volta Odetta Hartman, cantautrice americana sostanzialmente sconosciuta in Italia che scoprimmo, racconta la leggenda, qualche anno fa dormendo con le cuffiette indossate e percependo che quella era una canzone interessante, cliccando nel quasi inconscio sulla funzione “salva brano” di Spotify.
La canzone era “Widow’s Peak” dall’album “Old Rockhouse Never Die”: una splendida canzone che continua a sembrarci perfetta come titoli di una serie tv piena di suggestioni (come fu la leggendaria sigla di True Blood, che non si trova online ma era basata su questo brano).
L’abbiamo sempre seguita e qualche settimana fa ha dato alle stampe “Swansongs”, nuovo disco pieno di suggestioni interessanti e che ci porta alla canzone della settimana.
“Rise Above” apre infatti il disco con le stesse atmosfere che sembrano guardare ad un country-folk sensuale e interessante, pieno di pulsazioni notturne e con la voce sempre interessante di Odetta.
Non è mai passata in Italia, per tornare ai concerti dell’introduzione, la nostra Odetta, ed è un peccato: qualcuno in ascolto può metterla in agenda?
Se ti è piaciuta la canzone, puoi sentire l’intero disco su Spotify a questo indirizzo e in caso trovare il disco “Swansongs” a questo link (che è un link affiliato che aiuta questa newsletter).
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